I tarocchi sono il punto dove si concentrano tutte le forze dell’universo. Partendo da questa citazione di un importante studioso va detto che l’origine dei tarocchi è affascinante e contraddittoria. Alcuni esperti li fanno risalire agli egizi, altri li portano ancora più indietro nel tempo e li accostano alla cabala ebraica. In Italia i primi tarocchi vennero realizzati nel 1450 commissionati dai Visconti D ‘Este e in seguito si diffusero in tutta Europa.
Ma i simboli in essi contenuti sono ancora al centro di dibattiti e di varie teorie, sia sull’origine che sulla capacità che queste carte hanno di leggere il futuro.
Esistano tante versioni dei tarocchi, da quelli francesi a quelli lombardi e poi quelli egiziani, solo per citarne alcuni senza contare gli arcani minori, ben rappresentati dalle sibille e dalle carte napoletane. È vero, ognuno di questi mazzi ha una caratteristica, ma a fare la differenza non è lo strumento usato, ma colui che l’utilizza. Non basta un pennello tra le mani per essere Michelangelo o Raffaello. Così è per le carte: occorre avere una dote speciale per utilizzarle e uno studio incessante per comprendere e interpretarle.
Nelle stesura nulla va lasciato al caso: esistono centinaia di combinazioni e tanti piccoli dettagli che solo chi fa questo lavoro con dedizione riesce a vedere.
Personalmente uso un mazzo di tarocchi che traduce nei simboli la saggezza e il mistero di 2500 anni, a cui dedico ogni giorno almeno 4 ore di studio da ormai 25 anni.
La stesura a cerchio, a pentagono, a croce o a piramide sono quelle che utilizzo per stabilire un contatto. Ognuna di queste stesure ha una ragione, un motivo che serve a dare la risposta giusta alle domande. Nella cartomanzia come nel destino nulla è casuale, soprattutto la scelta del cartomante.